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Beatrice Bianchini
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The monkey and the turtle (‘111)

beatrice bianchini
Pubblicato da in 2023 ·
di Daniel R. Palacio
con James Blanco, Jana Victoria, Ryan Sandoval, Raquel Villavicencio,
Dido Delapaz

Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole.
E ciò che il potere vuole è completamente arbitrario e dettato da sue
necessità di carattere economico, che sfuggono alla logica comune.
( P.P. Pasolini)

Calatagan, provincia di Batangas, Filippine.
Manuel Palma, vice sindaco di Victor Buenaflor, decide di candidarsi
alle prossime elezioni.
Sposato, con due figli e supportato dalla moglie, viene invitato a
parlare alla radio e si occupa di chi è in condizioni svantaggiate.
Portato via dalla polizia, viene liberato
per intercessione di Mama Mayor.
Alvin, suo fedele collaboratore, inizia a scontrarsi con gli equilibri del
potere consolidatisi nel corso degli anni.
La famiglia Buenaflor non tollera la candidatura di Manuel a sindaco,
in quanto Victor intende ricandicarsi alle elezioni, ed è pronta ad
eliminare qualunque mezzo che ostacoli il fine della rielezione.
Inizia l’iter dei colloqui di Mama Mayor, ambasciatrice algida del
potere inflessibile, nonché rappresentante della mediazione formale
sostanzialmente inesistente di un marito volgare e dispotico.
Anche la trasmissione radiofonica del simpatico Ka Rudy incontrerà la
violenza estrema e la rappresentanza ufficiale al funerale del potere
commissionante l’omicidio.
Ingenti somme per commettere tradimenti e omicidi, pena la propria
condanna a morte riguarderanno il fedele Alvin, mentre si dipana la
favola filippina da cui prende il titolo il film.
Le tante versioni di The monkey and the turtle hanno un tema in
comune, quello di un personaggio più debole ma astuto ( la tartaruga)
che vince su un avversario più forte (la scimmia), nonostante il prezzo
che occorrerà pagare…
Ma non solo questo riguarda la celebre favola: il film si costruisce
rivestendo come una matrioska i livelli, gli strati che costituiscono il
significato legato a questa storia.
Mentre l’ipocrisia del potere organizza cene con voto di scambio a
suon di buste colme di soldi, il film diviene
sempre più concitato e violento.
Il colpo di scena accompagnato da un finale amaro con il quale si
apriva la prima scena del film, annovera una seconda scomparsa,
perché il potere non ha limiti né pietà tanto meno riconoscenza.
Il realismo narrativo prodotto trasferisce in modalità
documentaristica la lotta per un potere corrotto crudele e
impersonale, uno spaccato di realtà accompagnato da musiche e testi
di canzoni frutto di una ricerca antropologica accurata e attenta alla
contestualità geografico culturale rappresentata.
Palacio, allievo della maestria di Brillante Mendoza, confeziona, con un
rigore artistico raro, una potente opera di denuncia socio-politico-
economica dove niente è concesso ad una umanità privata di
qualunque diritto umano, che fosse anche solo legato alla
sopravvivenza.



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Ideato e realizzato da Sandro Alongi
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