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Beatrice Bianchini
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THE THIRD MURDER ('124) (2017)

beatrice bianchini
Pubblicato da in 2017 ·
di Kore-eda Hirokazu
con Masaharu Fukuyama, Kôji Yakusho, Suzu Hirose, Mikako Ichikawa,
Yuki Saitô, Isao Hashizume, Shinnosuke Mitsushima, Kôtarô Yoshida e Izumi Matsuoka


Mikuma confessa di aver ucciso il suo capo e di averlo bruciato perché era stato licenziato e perché aveva bisogno di soldi.Il famoso avvocato Shigemori lo deve difendere, consapevole che l'uomo si troverà difronte alla pena di morte, nonostante non creda alla sua colpevolezza.Mikuma era già stato condannato 30 anni prima per lo stesso reato e questa volta ad ogni colloquio con gli avvocati cambia versione, ogni particolare è diverso fino ad arrivare a confessare di essere stato indotto all'omicidio dalla moglie del capo interessata ad incassare l'assicurazione.Il continuo mutamento delle carte in tavola del presunto colpevole ha un obiettivo evidente.Un thriller intimo dove la domanda si fa ripetitiva e costante...Dialoghi serrati, dettagli disseminati, recuperati, rimossi, cambiati, travisati.Tutto sembra così confuso e oscuro tranne che per Kore-eda Hirokazu.Sebbene per i primi trenta minuti il film possa apparire lento, caotico e ripetitivo, in realtà lo spettatore viene sottoposto ad un lavoro di resistenza attraverso densi scambi dialettici che preludono, con continue allusioni simboliche, a condensati risvolti di senso che riveleranno le vere intenzioni della narrazione.L’obiettivo è effettivamente quello di scoprire il colpevole? La verità? L’esito della storia? La condanna a morte?Quali sono le regole del gioco che impone il presunto omicida? Perché cambia continuamente la versione dei fatti e coinvolge la figlia del morto, abilissima a fingere le lacrime e la madre della stessa, degna dell’attenzione di ogni possibile sospetto?Un film che, attraverso la suspense di un falso thriller, con l’ipotesi dello stupro di una figlia, non dimentica di evidenziare i temi tanto cari al regista: il rapporto e il dialogo genitori-figli. Ad un certo punto l’avvocato abbandona la stretta logica procedurale della difesa, una logica che non si sposa quasi mai con la verità e questo consente la svolta del senso del film… il cui titolo è: " il terzo omicidio", perchè?Il primo sarebbe quello relativo al corpo ritrovato del quale non si riesce ad identificare il reale, sebbene supposto colpevole.Il secondo omicidio: la Giustizia. Nei tribunali ormai sono gli avvocati che scrivono le sceneggiature e i dialoghi degli imputati con le loro strategie non finalizzate a mettere l'imputato difronte alle proprie responsabilità e prese di coscienza.Il terzo omicidio è la Verità. "Dov'è la Verità?" si domanda continuamente il film.La risposta è che siamo dei banali contenitori nei quali il contenuto è continuamente sostituibile, trasformabile, travasabile e travisabile.Vediamo e sentiamo non le cose come sono ma come vogliamo e possiamo; i nostri pensieri sono le nostre interpretazioni che a loro volta sono frutto di altre rappresentazioni e narrazioni."La verità è un illusione di cui si è persa la natura illusoria" diceva Nietzsche, il quale sosteneva, come evidenzia il film che " non esistono fatti ma solo interpretazioni". Questo film è quindi anch'esso un sofisticatissimo contenitore che mistifica il concetto attraverso una storia con la quale sta ad indicare il concetto.Ecco il grandioso reato che commette il grande Kore-eda Hirokazu. Se esistesse una mostra del cinema concettuale con questo film vincerebbe il Logos d'oro.
Metafisico!




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Ideato e realizzato da Sandro Alongi
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