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Beatrice Bianchini
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LA RAGAZZA HA VOLATO

beatrice bianchini
Pubblicato da in 2022 ·
di Wilma Labate
con Alma Noce, Luka Zunic, Rossana Mortara, Livia Rossi, Massimo Somaglino


Dietro lo stupro c’è quasi sempre il bisogno di umiliare la donna,
la volontà di lasciare una traccia di sé su quest’essere che si continua a considerare inferiore.
( Michela Marzano)

Nadia frequenta un bar dove compra ricariche telefoniche e gratta e vinci.
Un ragazzo che l’ha adocchiata insieme allo zio che la definisce “figa”,
un giorno le offre un ghiacciolo e la invita a vedere una pistola.
Poco dopo averle mostrato l’arma intende mostrarle con violenza quella fisica,
lei si rifiuta di sottostare alla proposta e gli chiede di andare via ma lui ormai in preda
al progetto disposto intenzionalmente procede allo stupro.
Una inquadratura di 10 minuti del volto della ragazza mentre subisce lo violenza fronte/retro,
dimostrano la disperazione della stessa, il pianto  ininterrotto di chi subisce il  delitto
più simile all’omicidio che si conosca.
Non è un caso che il pretesto fosse simbolicamente la pistola.
L’intimidazione del ragazzo prima di rilasciarla e la proposta di mangiare un panino
rendono ancora più insopportabile l’accaduto.
Nadia, sedicenne,  continua ad andare all’istituto alberghiero che frequenta
ma la vita si è sconvolta e nessuno, neanche la sua famiglia ultradisfunzionale,
marchio di fabbrica degli sceneggiatori fratelli D’Innocenzo, si accorge di nulla.
Un giorno ne parla disperata con la sorella, in un bar che non frequenta per
non incontrare quel ragazzo il quale entra e le porge sul tavolo, senza proferire parola, un ghiacciolo.
A questa scena efficace, ne seguiranno altre insopportabili come quella
in cui Nadia è in un parco  e arriva lo stupratore con una ragazza che le vogliono
toccare il pancione agli ultimi mesi di gestazione.
Scena brutta, stupida, insopportabile e involontariamente grottesca.
Le reazioni dei genitori, la violenza verbale del padre, la violenza gestuale
degli uomini che incontra sul bus, la quotidianità di Nadia, tra le scuola,
i compagni, le ecografie, il sesso del figlio che nascerà, i dubbi, le paure.
Quando vola Nadia?
Questo rimane il punto di domanda, ma il titolo non ha punti interrogativi, è una affermazione.
Ma Nadia, interpretata magistralmente da Alma Noce,  è l’incarnazione di tutto
quello che non vorremmo fosse la donna del presente e del futuro: è la tesi di una famiglia assassina,
l’antitesi della donna con la D maiuscola e la sintesi dell’orrore socio-culturale
perpetrato sul femminile da millenni.
Subisce lo stupro, non denuncia, non reagisce e mette al mondo il risultato dell’odio,
del disprezzo e della umiliazione più atroce.

Il più violento e raccapricciante effetto dello stupro è lo smarrimento. La rabbia sarebbe benefica, la ricerca della vendetta sarebbe confortante. Invece no. E’ la solitudine la ricaduta prevalente.
( Mina)

Per molti forse volare vorrà dire riuscire ad  amare l’impensabile,
riuscire ad andare cattolicamente oltre l’odio e porgere l’altra guancia alla vita?
Nadia ha le doglie, si veste e prende il bus, va a piedi al pronto soccorso.
Livio è bello e la prima cosa che fa le si attacca famelicamente al seno,
schiacciando violentemente il volto sulla protuberanza acerba. Forse ha gli stessi gusti del padre…
L’unico VOLO della ragazza potrebbe essere quello pindarico del discorso
alla fine del film presente nella versione festivaliera di cui
non c’è traccia in quella che uscirà nelle sale, misteri delle scelte del mercato cinematografico…
Un discorso che spiegherebbe, non si sa come,
un titolo altrimenti incomprensibile ma soprattutto ingiustificabile.
Una giovane donna di 16 anni, interrompe gli studi, mette al mondo il figlio
di un mostro va a lavorare come operaia in una lavanderia industriale,
torna tutti i giorni nella casa d’origine dove  i genitori ultradisfunzionali, ormai nonni,
si occupano del nipote.
Se questo significa Volare allora è diventato sinonimo di strisciare…


Lo stupro è un mezzo di soppressione della donna culturalmente incoraggiato.
Legalmente diciamo di deplorarlo, ma in senso mitico gli diamo un manto
romantico e lo perpetuiamo, e privatamente lo scusiamo e lo ignoriamo.
(Victoria Billings)




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Ideato e realizzato da Sandro Alongi
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