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Beatrice Bianchini
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IL DISCORSO PERFETTO (’87)

beatrice bianchini
Pubblicato da in 2022 ·
di Laurent Tirard
con Benjamin Lavernhe, Sara Giraudeau, Kyan Khojandi, Julia Platon,
Francois Morel, Guilaine Londez.

Darby Crash avrebbe forse goduto di un quarto d’ora e più di vera
celebrità. E, invece, il cantante dei Germs un microculto era da vivo e un
microculto è rimasto da morto. Crash decise infatti di ammazzarsi –
overdose, ovvio – il giorno prima dell’omicidio di Lennon: mai tempistica
più sbagliata perché, naturalmente, i titoli di giornali e notiziari
televisivi furono tutti per l’ex Beatles. Poco o niente per questo
degenerato californiano, mente e corpo di un gruppo che, a ragione,
viene considerato la versione americana dei Sex Pistols: stessa vocazione
nichilista, stessi casini sul palco e fuori dal palco, stessa scontata fine del
più fuori di testa della band.

Questa è la vita… esordisce Adrien raccontando questo aneddoto!
La fidanzata lo mette in stand-by parlando di “pausa” e quando lui le
chiede cosa significa, lei risponde che la pausa consente di riprendere
mentre lo stop no.
Insomma lo sta lasciando in modo soft ma lui non demorde e dopo le
tre fasi che consistono in depressione, rabbia e disperazione, che si
trasforma in commiserazione compiaciuta, dopo 38 giorni le manda
un messaggio esattamente alle 17.24 e alle 18.56 ancora non ha
ricevuto risposta e Adrien deve stare a cena con i genitori,
la sorella e il futuro cognato.
Tra flashback di memoria infantile e adolescenziale, il protagonista,
alto magrissimo e piuttosto impacciato colleziona ricordi tra i quali il
primo appuntamento con Sonia, la fidanzata della pausa.
Un flusso di coscienza circolare, attraverso lo sguardo di chi è
infastidito da tutto perché tutto sembra inutile, stupido, ripetitivo e
ridondante quando si attende una risposta, un cenno di vita, un segno
di riconoscimento dalla pausa.
E quindi esamina con occhio critico i soliti racconti del padre a tavola,
le solite reazioni della madre, gli incidenti emotivi della sorella e si
trova a dover incassare l’invito del cognato, quello di fare un discorso
nel giorno del loro matrimonio, a lui, schivo, insicuro e assolutamente
lontano da qualunque debolezza narcisistica.
Nel suo flusso emotivo pensa alla malinconia dei matrimoni,
all’insopportabilità dei trenini; a tutti i non detti familiari, perpetrati
per menefreghismo o per pietà, alla realizzazione di desideri
inconfessabili per evitare il discorso matrimoniale…
Fino a tormentarsi sull’incontro di Sonia con un tale Romain,
presunto responsabile dell’allontanamento della fidanzata.
Tirard orchestra una commedia tragi-comica, che si scatena
sull’ipocrisia della famiglie, sull’inconsistenza degli amori, fatti di
dipendenza e solitudine, sull’illusione, i cortocircuiti, gli stereotipi e
le abitudini sclerotizzate della vita irriflessa e biologica.
La metafora della melassatura e della trofallasi la dicono lunga sugli
ingredienti e la pietanza che questo film sforna con sofisticata abilità.
Ottantasette minuti di riflessione critica, di divertimento macabro, di
sarcasmo raffinato e sottile sui temi della famiglia, della società,
dell’amore e del proprio posto nel mondo.
Il riconoscimento di sé inevitabilmente passa per tutto questo e a
volte il percorso ad ostacoli si rivela tracciabile,
a volte si inerpica su sentieri Sisifei.
Il film, persosi inspiegabilmente nelle maglie labirintiche della
distribuzione, esce finalmente nelle sale italiane il 10 febbraio 2022
dopo essere stato presentato a Cannes 2020 e successivamente alla
15ma Festa del cinema di Roma.
Tratto dall’omonimo romanzo introspettivo del noto fumettista
francese Fabrice Caro diventa nelle mani di Tirard una brillantissima
commedia con una sceneggiatura caoticamente riuscita su nevrosi,
ossessioni, paranoie, solitudini ma soprattutto sull’inesauribile tema
della incomunicabilità umana.

Un democriteo sorridere all’assurdo del mondo, un sensuale, cinico
immergersi nel mare del vivere, nell’ondosa indifferenza del reale.
( Corrado Rosso)



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Ideato e realizzato da Sandro Alongi
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