ArtBea
Beatrice Bianchini
Vai ai contenuti

Clara sola ( ‘108)

beatrice bianchini
Pubblicato da in 2021 ·
di Nathalie Alvarez Mesen

Costa Rica
Clara e’ ritenuta una guaritrice; ha circa quarant’anni e c’è chi ha deciso per lei
cosa sarà della sua vita: la madre.
“ Dio me l’ha data così e così me la tengo”
Nata con la spina dorsale curva che danneggia la postura e alcuni organi,
oltre a garantirle forti dolori, dovrebbe essere operata ma la madre non acconsente,
lasciando Clara relegata ad una vita sacrificale asservita allo  sfruttamento della superstizione.
Unico conforto è il suo rapporto  con la natura, con la quale
si intrattiene scambiando umori, odori, sapori e destino,
insieme alla sua cavalla Yuca, anch’essa sfruttata per far divertire i turisti.
Una volta che arriva nel villaggio, devoto alla madonna,  uno   straniero,
qualcosa di nuovo accade nel contesto religiosa e opprimente.  
La scoperta del corpo della nipote quindicenne e il risveglio
delle pulsioni sopite di Clara, accuratamente occultate e anestetizzate,
travolgeranno completamente le aspettative e la progettualità
deformante della vita della sfortunata donna.
La rappresentazione della quinceanera della nipote ossia la  
cerimonia di passaggio biologico alla maturità sessuale,
riesce ad evidenziare la natura sostanzialmente
scaramantico/culturale/ arcaica di alcuni riti di passaggio tuttavia negati a Clara.
Una estenuante prima parte, dove una circolare claustrofobia quotidianità
soffoca la vita di questa donna fa da controparte ad una svolta
vibrante nella seconda dove le pulsioni prendono il sopravvento
sulle mortificazioni che la psicopatologia materna ha previsto come destino della figlia.
Un film che ricorda i temi trattati dalla Hausner in Lourdes e in Requiem di Hans
Christian Schmid, con un finale catartico, dove solo dalle fiamme e dalla
distruzione dell’idolatria l’araba fenice di Clara potrà rinascere dalle proprie presunte ceneri.



Nessun commento




Ideato e realizzato da Sandro Alongi
Torna ai contenuti