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Beatrice Bianchini
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BATTLE ROYALE (‘122)

beatrice bianchini
Pubblicato da in 2022 ·
Director’s cut restored
di Fukusaku Kinji
con Takeshi Kitano

Un film giapponese del 2000 restaurato e riproposto al Far East Film
Festival dopo Hunger Game e Squid Game dai quali può essere
considerato riferimento culturale.

La madre di Shuya Nanahara è andata via e un giorno il ragazzo,
tornando da scuola, trova il padre impiccato.
In una immaginaria Repubblica della grande Asia, in un futuro molto
prossimo nel quale gli adulti hanno visto diminuire il loro potere
rispetto alla popolazione giovanile che ha preso il sopravvento
soprattutto in ambito scolastico.
La criminalità giovanile è in forte crescita e la violenza si perpetra
anche nelle scuole dove giovani tra i 12 e i 20 anni esercitano con
prepotenza atti di prevaricazione psicologici e fisici.
Le autorità decidono pertanto di varare la Millennium Educational
Reform Act, conosciuta anche come BR act.
Alcuni ragazzi estratti a sorte, tra i quali Shuya, si troveranno di
fronte il professore Kitano, del 7° anno, (interpretato magistralmente
dall’omonimo, illustre regista e attore Takeshi Kitano) accompagnato
dall’esercito dello stato militare.
Il professore illustra le regole del gioco al quale saranno sottoposti i
ragazzi: si svolgerà su un’isola che è stata completamente evacuata e
ogni concorrente, esattamente 42 di cui 21 femmine e 21 maschi,
hanno in dotazione una sacca nella quale troveranno una mappa
dell’isola, viveri e un’arma diversa ciascuno che può andare da un
coperchio, ad una bussola fino ad un coltello,
un mitra o una bomba a mano.
Le armi assegnate in modo casuale li accompagneranno nei tre giorni
previsti dal gioco di sopravvivenza durante i quali i ragazzi dovranno
eliminarsi a vicenda per difendere la propria vita. Uno solo sarà il
vincitore sopravvissuto, tutti gli altri moriranno perché uccisi o
perché il collarino che ciascuno ha intorno al collo li farà esplodere
con un detonatore al termine previsto dei tre giorni di sfida.
Due dimostrazioni di morte vengono effettuate dal professor Kitano in
persona tanto per essere chiaro con i ragazzi ai quali sono stati
aggiunti due elementi esterni all’istituto, estremamente violenti.
“La vita è un gioco” sostiene
il prof “occorre scoprire se ne vale la pena”.
Essere stati sbeffeggiati per anni ha portato gli adulti a prendere
questa decisione, i genitori dei partecipanti sono stati avvisati, il gioco
può avere inizio.

Il Requiem: Dies irae di Giuseppe Verdi
è la colonna sonora dell’incipit…
Inoltre 4 rapporti giornalieri annunceranno
l’andamento del gioco e la lista dei deceduti.
L’unico modo per uscire dal gioco è suicidarsi,
probabilmente l’unica vera scelta etica.
Dal Valzer di Strauss Sul bel Danubio blu, op.314 alla Radetzsky
Marsch, op.228, dall’ Auf dem Wasser zu singen, D.774 op.72 di
Schubert alla Suite N.3 in D MaiorBwv 1068, la musica classica e non
solo accompagna lo sterminio degli adolescenti più o meno meritevoli
di una punizione estrema.
D’altronde il prof Kitano ha figli che lo odiano, studenti che lo
sbeffeggiavano e non ha più una casa dove tornare.
GAME OVER: il vincitore è uno solo e forse ha compreso il gioco.

Film di ispirazione di un’infinità di opere, manga, video game, tratto
dal romanzo di Koushun Takami nel 1996, pubblicato solo nel 1999,
ha suscitato un’infinità di polemiche nazionali e internazionali. Vietato
per anni e escluso dalla distribuzione in diversi paesi è diventato un
mainstream blockbuster, uno dei 10 film di maggiore incasso in
Giappone, distribuito in 22 paesi in tutto il mondo.
Violenza dei giovani, critica ai media e ai reality show, personaggi mai
estremizzati, piuttosto realistici, gruppi, amici, nemici; il film non è
mai trash anzi piuttosto elegante, la critica sociale di sottofondo è
evidente e le reazioni psicofisiche a situazioni estreme sono esplicite.
Un’esperienza ipnotizzante perché estremamente realistica, un
revenge movie agognato, senza ipocrisie, dal pubblico adulto…
Un inizio folgorante, un finale dejavu, un capolavoro del 20°secolo, che
vede, prevede e ritrae un mondo che rantola sulle proprie macerie
economiche, politiche, sociali, culturali.

I riformatori dell’attuale società si ostinano a decorare le cabine di una
nave che affonda.
(Nicolas Gomez Davila)



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