ArtBea
Beatrice Bianchini
Vai ai contenuti

A PERFECTLY NORMAL FAMILY (’93)

beatrice bianchini
Pubblicato da in 2021 ·
di Malou Reymann
con Mikkel Boe Følsgaard, Jessica Dinnage, Hadewych Minis, Kaya Toft
Loholt, Neel Rønholt

In natura non esiste nulla di così perfido, selvaggio e crudele come la
gente normale.
(Herman Hesse)

Ambientato negli anni ’90, ritrae la storia di una normale famiglia
composta da moglie marito, due figlie.
Una serie di home movie girati dal padre si incastonano nella ludica
quotidianità domestica dove l’amore, il gioco, lo sport, la scuola, il
lavoro si vivono con grande leggerezza fino a quando un giorno
qualcosa comincia a intralciare il filo della gioiosità.
Appena arrivate le pizze, la madre bruscamente comunica la decisione
di divorziare in quanto il padre ha urgenza di diventare una donna.
Ecco l’inizio delle difficoltà dettate soprattutto da Emma la figlia
minore, che rifiuta, la decisione e si presenta ai colloqui familiari con
una sciarpa avvolta sul capo, a significare simbolicamente
l’impossibilità di ascoltare, di vedere e di comprendere.
Una chiusura normativa quella dei sensi, dettata dal doppio
tradimento, agli occhi della ragazzina, da parte del padre,
artefice della sua passione per il calcio.
Lo spirito di apertura della primogenita nei confronti nel
cambiamento del padre da Thomas a Agnete sembra far intendere che
in una età più indefinita e caotica come l’adolescenza inoltrata
l’accettazione dell’indeterminazione rigida di genere possa
essere di più facile gestione, in quanto vissuta
quotidianamente sul proprio corpo.
Il primo lungometraggio dell’ attrice e filmaker Malou Reymann, dalla
quale esperienza biografica si deve l’ispirazione della storia, è stato
presentato nella sezione Voices al 49 International Film Festival di
Rotterdam, per sollecitare uno sguardo attento sulla famiglia e la
genitorialità insieme ad una serie di domande
che inevitabilmente il film pone.
Diventare genitore prima di aver individuato il proprio genere di
appartenenza, può essere oggetto di discussione familiare, può
determinare un trauma per i propri figli?
La responsabilità della scelta di cambiare sesso può, deve o no essere
anticipata, posticipata, mortificata in virtù dei figli?
Una famiglia può prevedere o pretendere di rimanere tale in virtù di
questo cambiamento?
Un uomo/padre che vuole diventare donna
diventa madre o rimane padre?
Quanto questa trasformazione può incidere sulla crescita
e sulla maturazione psicoemotiva dei propri figli?
Quale famiglia è perfettamente normale?
Cos’è la normalità e chi può essere definito normale?

Un soggetto normale è essenzialmente uno che si mette nella posizione
di non prendere sul serio la maggior parte del proprio discorso interiore
(Jacques Lacan)

Un film perfettamente delicato nella descrizione di un amore
indiscutibile, inalienabile tra padre e figlie, seppur nel travaglio in vita
di anime travolte dall’abbaglio della normalità.
Un film perfettamente violento nella rappresentazione del passaggio
di un corpo da un vissuto ad un altro tormentato dall’abitudine e
dall’abbaglio della diversità.
Colori, stereotipi, convenzioni, ambientazioni perfettamente normali
per un film che funziona perché i personaggi oltre ad essere
egregiamente descritti sono magistralmente interpretati.
L’espressione di un cinema normale, senza guizzi creativi, senza
eccessi formali, senza velleità capricciose, rivela la sua profonda
capacità di analizzare e sublimare il vissuto quotidiano di
problematicità latenti, soffocate, rimosse negli antri di una cultura
manichea e intransigente incapace di prevedere che:

Il normale non è altro che l’anormale a cui si fa l’abitudine
( Marcello Barlocco)



Nessun commento




Ideato e realizzato da Sandro Alongi
Torna ai contenuti